L'unità d'Italia è una beffa, che comincia con una bugia.
Due Sicilie
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LA RIVOLUZIONE BANCARIA

di Nicola Zitara

Siderno, 20 Ottobre 2007

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I giornalisti non amano ricordare i precedenti storici, e non perché non li conoscano, ma perché il confronto con il passato spesso contraddice ciò che in bocca a chi governa passa per limpida e indiscutibile verità. La nostra epoca e le generazioni attuali stanno vivendo una grossa rivoluzione, che è stata progettata non da anarchici o comunisti o da terroristi afgani e iracheni, ma dai vertici più alti del comando capitalistico, alias dai banchieri di Londra e di New York, i quali hanno deciso di togliere i freni prima esistenti in materia di emissione di banconote.

Mettiamo un primo paletto. Diversamente dalle monete d'oro e d'argento, che erano internazionali in base al loro contenuto di metallo fino, quindi viaggiavano da un paese all'altro a peso, come se fossero fagioli, e che erano anche proprietà dei privati e non del re, di cui recavano il profilo, la moneta cartacea è nazionale - direi del tutto nazionalista. 

Non si compra. La emette la banca centrale di uno Stato. E' carta stampata. Dentro i confini nazionali ha valore liberatorio nei pagamenti (ti do i 100 euro che ti devo, e da me non avanzi più niente) ed è accompagnata dal corso forzoso (non può essere rifiutata, pena i carabinieri e il tribunale). Solo le monete forti e ben conosciute sono accettate (e anche invocate) all'estero.

Ma solo a un certo livello. Nessun panettiere italiano accetterebbe di farsi pagare un chilo di pane in centesimi di dollaro o di sterlina. E se vai in banca a cambiare cento sterline, un giorno la banca ti dà 140 euro e il giorno appresso 145.

Mettiamo un secondo puntello. Quando la banca centrale dà in prestito carta stampata a una banca ordinaria, essa vale il lavoro del tipografo. Se un soggetto qualunque prende in prestito un milione di euro dalla banca centrale, e il giorno dopo lo restituisce, perché l'affare che voleva fare è svanito, restituisce gli stessi biglietti avuti il giorno prima. Non è successo alcunché. E' lo scambio di lavoro o di merci contro danaro a dare valore alla moneta. 

Nel momento in cui esce dallo sportello della banca centrale, la banconota non ha un valore attuale, ma un valore futuro, che acquista quando viene impiegata. L'oro aveva invece un valore passato. Chiunque, anche il banchiere, che l'otteneva in deposito da un ricco risparmiatore, contraeva un debito. Se non pagava, falliva. Invece le banche centrali, che emettono biglietti, mettono in circolazione una ricchezza che non hanno e che non debbono restituire ai propri cittadini.

Terzo paletto. L'obbligo per uno Stato (o per la sua banca centrale) di restituire cose che hanno un valore in sé, a fronte di carta stampata, continua a sussistere, tra una nazione e l'altra. A partire dal 1944, gli USA, l'Inghilterra e altri paesi, avevano messo in piedi un sistema monetario internazionale, in base al quale i pagamenti internazionali si sarebbero fatti in dollari, escludendo la consegna d'oro o di valori equivalenti. Tutto l'oro dei paesi associati passò in mano agli USA, i quali dettero in cambio 36 dollari per ogni oncia dell’oro conferito. Conseguentemente il dollaro, oltre a fare da moneta nazionale per gli americani degli US fece da moneta internazionale. 

Il Tesoro USA aveva l'obbligo inverso di pagare un'oncia d'oro per ogni 36 dollari cartacei presentati per la riscossione. Un obbligo puramente teorico, perché appena gli USA lo assunsero, subito non lo rispettarono. Comunque, se gli USA stampavano dollari (diciamo pure) a volontà, gli altri paesi continuarono a pagare in dollari i loro debiti internazionali. 

Poi, nel 1971, gli USA annunciarono che non avrebbero rispettato l'obbligo teorico di dare oro in cambio dei dollari che circolavano (e che sarebbero circolati) per il mondo. Nessuno gli dichiarò il fallimento perché a quel punto venne unificato un doppio sistema. Chi acquistava merci USA pagava con i dollari svalutati in circolazione, mentre lo Stato indebitato con gli USA doveva pagare in once d'oro o con valuta equivalente. Questo vincolo cadde, e tutte le banche, prima quelle centrali e poi man mano quelle ordinarie ottennero libertà di emissione.

Quinto paletto, i prestiti che vengo accordati dalle banche ordinarie avvengono o in danaro contante, che esse prendono in prestito presso l'istituto d'emissione pagando un interesse, o con altri mezzi di pagamento da esse creati. L'esempio classico sono gli assegni, ma le forme di trasmissione telematica dei pagamenti, oggi correnti, sono divenute una moneta incredibilmente diffusa. Ciò che circola è la fiducia. Il riferimento a una moneta statale si fa solo in quanto essa è un metro del valore. L'uso delle scritture è cosa vecchia di millenni (greci, ebrei, romani), ma oggi quest'uso muove il mondo.

Internet porta il danaro dovunque possa dare un profitto. Due fattori della produzione - gli uomini e la natura - si presuppongono (e quasi sempre sono) già disponibili. L'altro fattore - il capitale - era difficile accumularlo quando la moneta veniva coniata in oro o argento, e anche quando le banche erano vincolate a tenere una riserva d'oro o in valuta pregiata. Tolto questo limite, la quantità di moneta fiduciaria, che le banche emettono, incontra un solo limite, l'inflazione (che pure c'è, anche se viene contenuta). Usandola, le grandi banche hanno portato alla produzione interi continenti dove prima gli uomini lavoravano con tecnologie e tecniche antiche, e dove le risorse restavano parzialmente inutilizzate (per l'economia capitalistica la difesa dell'ambiente ha valore zero).

Settimo paletto. Chi rischia un capitale, anche se futuro, intende realizzare un profitto. Il profitto si ottiene più facilmente dove il lavoro e la natura costano poco.

Tutto ciò premesso, vediamo le conseguenze.

Prima conseguenza: le aziende occidentali fuggono verso il Non Occidente.

Seconda conseguenza: il salario dei lavoratori occidentali va e andrà indietro fino al punto in cui incontrerà il livello dei salari extraoccidentali in salita.

Terza conseguenza: i lavoratori occidentali impoveriscono e i capitalisti occidentali, che inventano moneta o la usano, arricchiscono. La capacità di spesa dei ricchi tiene elevato il prezzo dei beni di consumo.

Quarta conseguenza: la faccia tosta delle banche creatrici di moneta, nel taglieggiare e angariare i clienti, ha superato non solo i limiti della decenza, ema è anche scivolata nel codice penale. Il Sud italiano non ha banche di emissione e gode di salari da paese occidentale. La conseguenza tiratela voi.






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