L'unità d'Italia è una beffa, che comincia con una bugia.
Due Sicilie
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io nun me scordo

L’ISOLA CHE NON C’E’

di Andrea Balìa
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Napoli, 19 Settembre 2009

 

I tanti articoli che ho scritto, belli o brutti, interessanti o meno che fossero, hanno contenuto la costante denuncia dei mali del Sud, delle ingiustizie subite dal territorio e dalle genti meridionali, e l’impegno a profondere la sua storia ed il recupero della memoria per una presa di coscienza di dignità e riscatto. Ecco, pur nell’amarezza, credo abbiano sempre infine contenuto una propositività, una reattività per un futuro migliore del Sud.

Ora, in questi giorni, credo di vivere una molto sgradevole sensazione di vuoto, d’impotenza e una presa d’atto di una depressione, d’una stanchezza che fa stranamente da controaltare al tanto parlare che si fa di Sud in questi mesi. L’Italia credo che viva uno dei momenti più bassi della sua storia politica: un governo che più che un nemico o avversario politico trasmette il convincimento d’avere di fronte una banda di malaffare, cialtronesca, circense (scusandomi con la specifica categoria), di profilo culturale ed etico di media/bassa levatura, con una Lega a ruota libera, un’informazione asservita e squallidamente preda del gossip. Un’opposizione non degna di tal nome, frantumata e senza alcun anelito di forte contrapposizione, con idee deboli e poco aggreganti completa il quadro politico d’un popolo confuso, ignorante e preda di disvalori che lo hanno portato all’accettazione supina verso questo status o al disincanto e disinteresse totale. Il Sud è la vittima predestinata che ormai o trova al suo interno il bandolo della matassa o va dritto alla sua disintegrazione.

E il meridionalismo e i meridionalisti? In questi giorni ho ascoltato per radio una splendida canzone del nostro Edoardo Bennato, il cui titolo mi si è subito configurato come perfettamente calzante ed esplicativo di cosa è oggi il meridionalismo e i meridionalisti: L’isola che non c’è! Ebbene, purtroppo, facendone parte anche io impropriamente o a giusto titolo, dire ciò non mi inorgoglisce di certo, ma tant’è! Vi siete mai trovati in una corsia d’un ospedale del Sud (magari di pronto soccorso) per Voi stessi, un Vs. caro, un amico? O Vi siete trovati, in questi giorni, a dover accompagnare un bambino per il suo primo giorno di scuola, trovandola chiusa perché non c’è il bidello per aprirla (causa i tagli di personale – per la ben nota piena occupazione al Sud - che una ministra secchione ha decretato con un atto di arrogante macelleria politica)? E allora, in merito al meridionalismo e ai meridionalisti:

-            vittima di queste (fra tante altre mille cose) questo popolo non può capire e aspettare che sia completata l’opera di conoscenza, consapevolezza e informazione che i Neoborbonici (pur riconoscendone la primogenitura su analisi di sano revisionismo) propugnano; il popolo (ammesso che si giunga a completare – e in quali tempi – l’operazione) lo troverebbero ormai disintegrato, perso, distrutto più di quello che è già ora.

-            questo popolo non può capire ed aspettare che i Comitati Due Sicilie (lodevoli per il loro attivismo), costola staccatasi dal neoborbonismo perché in cerca di un suo status politico, ad oggi questo status non l’abbiano trovato ancora se non seguendo i percorsi interni al MpA e la regolazione di conti fra i suoi colonnelli.

-            questo popolo non può capire ed aspettare che il Partito del Sud (a cui riconoscere i risultati ottenuti su più aspetti in quel di Gaeta), nato nel 2002 e a 7 anni di distanza ancora non abbia una rappresentanza in Campania e in particolare a Napoli, capitale del Sud, vanificando il suo anelito ad essere partito di riferimento nel meridione e rischiando di mortificare il suo ruolo a partito di paese (fra Gaeta e Suzzara).

-            questo popolo non può capire ed aspettare che L’Altro Sud (di cui sottolineare l’attenzione e i consensi ricevuti a 2 anni dalla sua nascita) continui il suo processo di crescita per definirsi in riferimento politico per il Sud, rischiando d’impiegare tempi troppo lunghi che potrebbero sfiorare il decennio.

-            questo popolo non può capire ed aspettare che Insorgenza Civile (cui dar atto dell’attenzione e l’impegno su temi concreti territoriali) riesca a rendere credibile la sua posizione indipendentista riuscendo a far crescere il consenso su questo tema, fra intemperanze e attacchi che creano spesso sconcerto e poco propedeutici ad un’unità delle forze meridionaliste.

-            questo popolo non può capire ed aspettare che padri del meridionalismo, come Zitara (verso cui esser riconoscenti e debitori per l’opera d’informazione e d’analisi), dopo decenni di scritti, idee e proposte, tese al separatismo, all’indipendentismo, alla spinta per una dura e spesso sacrosanta rivendicazione riparatrice, ora (con un triplo salto carpiato all’indietro, e pur comprendendo la delusione e la stanchezza per mancanza di risultati) proponga e sostenga il traghettamento verso forze istituzionali, creando sgomento e disorientamento.

-            questo popolo non può capire ed aspettare di verificare la genuinità e l’onestà di tentativi di neo costituendi movimenti per il Sud fatti da politici istituzionali fino ad ieri (e chissà quanto ancor oggi) come la Poli Bortone e/o Ronghi che cavalcano l’onda Sud (sinceramente o meno) ma faticando in chiarezza e presa di distanze ufficiali dalla vecchia politica

-            questo popolo non può capire ed aspettare che si realizzi in tempi biblici la Federazione o Confederazione o Unità - che dir si voglia - tra i suddetti movimenti meridionalisti, minata dalle perduranti diatribe tra i segretari di alcuni movimenti, lo snobismo, o il protagonismo pervicace e provocatorio (oltre che non costruttivo) di altri innamoratisi forse troppo della propria figura e delle proprie idee.

E fin qui abbiamo parlato del meridionalismo più visibile e di qualche minimo peso, senza andare all’analisi delle tante altre più piccole forze e associazioni.

Insomma il meridionalismo e i meridionalisti oggi sembrano più somigliare a L’isola che non c’è, ad un’idea e concretizzazione cercata e non trovata, auspicata e non individuata, ambita e non risolta, voluta ma non inquadrata e organizzata.

Che dire….che la sorte accompagni al meglio le vicende presenti e quelle future del nostro martoriato Sud, illuminando i residui spazi di luce e buon senso delle nostre menti!

Andrea  Balìa














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