L’ISOLA CHE NON C’E’ |
Napoli, 19 Settembre 2009
I
tanti articoli che ho scritto, belli o brutti, interessanti o meno che fossero,
hanno contenuto la costante denuncia dei mali del Sud, delle ingiustizie subite
dal territorio e dalle genti meridionali, e l’impegno a profondere la sua
storia ed il recupero della memoria per una presa di coscienza di dignità e
riscatto. Ecco, pur nell’amarezza, credo abbiano sempre infine contenuto una
propositività, una reattività per un futuro migliore del Sud. Ora,
in questi giorni, credo di vivere una molto sgradevole sensazione di vuoto,
d’impotenza e una presa d’atto di una depressione, d’una stanchezza che fa
stranamente da controaltare al tanto parlare che si fa di Sud in questi mesi.
L’Italia credo che viva uno dei momenti più bassi della sua storia politica: un
governo che più che un nemico o avversario politico trasmette il convincimento
d’avere di fronte una banda di malaffare, cialtronesca, circense (scusandomi
con la specifica categoria), di profilo culturale ed etico di media/bassa
levatura, con una Lega a ruota libera, un’informazione asservita e
squallidamente preda del gossip. Un’opposizione non degna di tal nome,
frantumata e senza alcun anelito di forte contrapposizione, con idee deboli e
poco aggreganti completa il quadro politico d’un popolo confuso, ignorante e
preda di disvalori che lo hanno portato all’accettazione supina verso questo
status o al disincanto e disinteresse totale. Il Sud è la vittima predestinata
che ormai o trova al suo interno il bandolo della matassa o va dritto alla sua
disintegrazione. E il
meridionalismo e i meridionalisti? In questi giorni ho ascoltato per radio una
splendida canzone del nostro Edoardo Bennato, il cui titolo mi si è subito
configurato come perfettamente calzante ed esplicativo di cosa è oggi il
meridionalismo e i meridionalisti: L’isola che non c’è! Ebbene,
purtroppo, facendone parte anche io impropriamente o a giusto titolo, dire ciò
non mi inorgoglisce di certo, ma tant’è! Vi siete mai trovati in una corsia
d’un ospedale del Sud (magari di pronto soccorso) per Voi stessi, un Vs. caro,
un amico? O Vi siete trovati, in questi giorni, a dover accompagnare un bambino
per il suo primo giorno di scuola, trovandola chiusa perché non c’è il bidello
per aprirla (causa i tagli di personale – per la ben nota piena occupazione al
Sud - che una ministra secchione ha decretato con un atto di arrogante
macelleria politica)? E allora, in merito al meridionalismo e ai meridionalisti: -
vittima di queste (fra tante altre mille cose) questo
popolo non può capire e aspettare che sia completata l’opera di
conoscenza, consapevolezza e informazione che i Neoborbonici (pur
riconoscendone la primogenitura su analisi di sano revisionismo) propugnano; il
popolo (ammesso che si giunga a completare – e in quali tempi – l’operazione)
lo troverebbero ormai disintegrato, perso, distrutto più di quello che è già
ora. -
questo popolo non può capire ed aspettare
che i Comitati Due Sicilie (lodevoli per il loro attivismo),
costola staccatasi dal neoborbonismo perché in cerca di un suo status politico,
ad oggi questo status non l’abbiano trovato ancora se non seguendo i percorsi
interni al MpA e la regolazione di conti fra i suoi colonnelli. -
questo popolo non può capire ed aspettare che il
Partito del Sud (a cui riconoscere i risultati ottenuti su più aspetti in
quel di Gaeta), nato nel 2002 e a 7 anni di distanza ancora non abbia una
rappresentanza in Campania e in particolare a Napoli, capitale del Sud,
vanificando il suo anelito ad essere partito di riferimento nel meridione e
rischiando di mortificare il suo ruolo a partito di paese (fra Gaeta e
Suzzara). -
questo popolo non può capire ed aspettare
che L’Altro Sud (di cui sottolineare l’attenzione e i consensi
ricevuti a 2 anni dalla sua nascita) continui il suo processo di crescita per
definirsi in riferimento politico per il Sud, rischiando d’impiegare tempi
troppo lunghi che potrebbero sfiorare il decennio. -
questo popolo non può capire ed aspettare
che Insorgenza Civile (cui dar atto dell’attenzione e l’impegno
su temi concreti territoriali) riesca a rendere credibile la sua posizione
indipendentista riuscendo a far crescere il consenso su questo tema, fra
intemperanze e attacchi che creano spesso sconcerto e poco propedeutici ad
un’unità delle forze meridionaliste. -
questo popolo non può capire ed aspettare che
padri del meridionalismo, come Zitara (verso cui esser riconoscenti e
debitori per l’opera d’informazione e d’analisi), dopo decenni di scritti, idee
e proposte, tese al separatismo, all’indipendentismo, alla spinta per una dura
e spesso sacrosanta rivendicazione riparatrice, ora (con un triplo salto
carpiato all’indietro, e pur comprendendo la delusione e la stanchezza per
mancanza di risultati) proponga e sostenga il traghettamento verso forze
istituzionali, creando sgomento e disorientamento. -
questo popolo non può capire ed aspettare
di verificare la genuinità e l’onestà di tentativi di neo costituendi
movimenti per il Sud fatti da politici istituzionali fino ad ieri (e chissà
quanto ancor oggi) come la Poli Bortone e/o Ronghi che cavalcano
l’onda Sud (sinceramente o meno) ma faticando in chiarezza e presa di distanze
ufficiali dalla vecchia politica -
questo popolo non può capire ed aspettare che
si realizzi in tempi biblici la Federazione o Confederazione o Unità
- che dir si voglia - tra i suddetti movimenti meridionalisti, minata
dalle perduranti diatribe tra i segretari di alcuni movimenti, lo snobismo, o
il protagonismo pervicace e provocatorio (oltre che non costruttivo) di altri
innamoratisi forse troppo della propria figura e delle proprie
idee. E fin
qui abbiamo parlato del meridionalismo più visibile e di qualche minimo peso,
senza andare all’analisi delle tante altre più piccole forze e associazioni. Insomma
il meridionalismo e i meridionalisti oggi sembrano più somigliare a L’isola
che non c’è, ad un’idea e concretizzazione cercata e non trovata, auspicata
e non individuata, ambita e non risolta, voluta ma non inquadrata e
organizzata. Che
dire….che la sorte accompagni al meglio le vicende presenti e quelle future del
nostro martoriato Sud, illuminando i residui spazi di luce e buon senso delle
nostre menti! Andrea Balìa |
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