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CAV. BARTOLOMEO GRASSO


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Maggio 2012

STORIA DE'  MONUMENTI DI NAPOLI

E DEGLI ARCHITETTI... VOLUME 2

di Camillo Napoleone Sasso

NAPOLI
TIPOGRAFIA DI FEDERICO VITALE
Largo Regina Coeli n. 2 e 5
1858

[pag 88]


VITA ARTISTICA E SCIENTIFICA

Dell'Architetto Ed Ingegnere

CAV. BARTOLOMEO GRASSO

ATTUALE ISPETTOR GENERALE DEI PONTI E STRADE 

CON L'INDICAZIONE DELLE SUE OPERE ESEGUITE IN NAPOLI


CONSISTENTI


I.° Nella direzione di quelle pei Regi Lagni.

2.° Altra pei lavori nel lago Salpi per difendere dalle sue acque le saline di Barletta.

3.° Nominato nel 1809 ingegnere in capo alla formazione del corpo di Ponti e Strade, diresse la nuova Strada di Capodimonte già tracciata da altri, e vi riparò il Ponte della Sanità.

4.° Progettava sin dal 1809 una strada per le colline a cominciare dalla casina Ruffo e terminando a Mergellina che dopo cinquant'anni si inette in atto con la Strada Maria Teresa.

5.° Diresse la Strada che mette in comunicazione quella di Calabria con i paesi della costa orientale nella penisola Sorrentina.

6.° Progettò il bonificamento del vallo di Diano che oggi mettesi in atto sotto la sua direzione ed a cura dell'amministrazione generale delle Bonificazioni.

7.° Progetto e direzione del Ponte sul Volturno presso il miglio 47.° compiuto nel 1821 lungo palmi 1100 con 25 archi, e nominato Ponte sul Volturno alla Ranindola.

8.° Progetto e direzione dell'altro Ponte sul torrente Melfa che attraversa il regio cammino di Sora.

9.° Spedito nell'alta Italia con l'assimilazione di Colonnello del Genio prestò servigi nelle fortificazioni di Modena, all'attacco di Rubiera, e prese parte alla costruzione del ponte in Ripola.

10.° Ritornato in Napoli ebbe lo incarico delle opere di bonificazioni di Fondi.

11.° Fece il progetto delle bonificazioni delle pianure di Capitanata.

12.° Diresse la inalverazione del torrente di S. Giorgio a Cremano e la direzione del torrente di Somma e distretto di Nola.

13.° Nel 1819 avuto lo incarico di escogitare il modo come rendere irrigabile la Real tenuta di Carditello, propose di condurvi le acque vive e perenni da'  Regi Lagni — Ne fu aperta la traccia dai mulini di Acerra fino alla Regia Strada di Capoa.

14.° Diresse la Strada di S. Lucia.

15.° Progetto e direzione della casina Angri a Posilipo.


Bartolomeo Grasso nasceva in Napoli il 1.° luglio 1775. Dal genitore Antonio Ingegnere civile apprendeva i primi elementi delle matematiche discipline, nelle quali aveva poi a maestro l'Abate Giovanbattista Terzi Olivetano.

Per la legale sentiva prima le lezioni del Canonico Rossi, e poscia quelle che nella Regia Università degli studi dettavano il Maffei ed il Valletta. Ben presto, cioè fin dal 1790, cominciò ad assistere il padre nelle occupazioni della professione di Architetto, per la quale era abitualmente adoperato da molte cospicue famiglie della Capitale, e di buon ora ancora cominciò ad aver parte nella direzione di opere pubbliche, venendo prescelto dal Real Governo a proposta del Colonnello Parisi nel 1794. per uno dei quattro Ingegneri destinati per l'apertura e costruzione della strada di Sora e Coprano, la cui traccia fu aperta negli anni 1795 e 1796, e che partendo dal miglio 25.° del Real Cammino degli Abbruzzi passando per l'abitato di Teano doveva per S. Germano dirigersi a Sora, con una diramazione fino al confine Pontificio verso Ceprano. Passato ad assistere l'Ingegnere Carlo Pollio, ritenuto pel più valente idraulico del Regno in quell'epoca, questi gli pose grandissimo amore, e lo adoperò nei più importanti incarichi, e fra gli altri nell'importante opera di bonificazione dei Regi Lagni nella quale ebbe in prima la direzione con altri tre colleghi, e poscia solo col soldo di duc. 90 sotto alla dipendenza del Pollio fino alla morte di costui avvenuta nel 1801.

Dopo tale epoca continuò nel medesimo uffizio sotto la dipendenza del Maggiore del Genio Francesco de Vito Piscicelli nel quale come nel Pollio trovò piuttosto un amico che un superiore.

Nel 1808 ebbe l'incarico di dirigere i lavori da farsi nel Lago Salpi per difendere dalle sue acque le Reali Saline di Barletta con mensile assegnamento di duc. 100.

Formato nel 1809 il Corpo Reale de'  Ponti e Strade il Grasso vi venne ascritto col grado d' Ingegnere in capo, al disopra del quale non vi era che quello degli Ispettori i quali al numero di tre vennero nella formazione del Corpo scelti fra gl'ingegneri più anziani del paese. In tale posto conservando la direzione delle opere de'  Regi Lagni si ebbe anche quella della novella strada di Capodimonte che era già stata aperta dagli architetti Avellino e Leandro, nella quale fece riparare il gran Ponte detto della Sanità che volevasi demolire per numerosi risentimenti che "mostravano le sue fabbriche, propose e fece eseguire la piazza ellittica che termina il rettifilo della detta strada, e fece scoprire un traforo pel quale passava la continuazione della strada medesima sul lato sinistro, e che deturpava quella via di delizie, e che si sosteneva non si potesse senza danno scoprire. Indicò pure fin d' allora la opportunità della costruzione di una strada per le colline dal punto ove è oggi la Casina Ruffo a Capodimonte fino a Mergellina, il quale pensiero, dopo mezzo secolo, si è in parte mandato ad effetto con l'apertura della nuova traccia per la strada Maria Teresa. Incaricato nel 1810 della direzione delle opere pubbliche nelle due Provincie di Principato citeriore e Basilicata con residenza in Salerno, conservando sempre quella dei Regi Lagni di Terra di Lavoro, nella prima di queste provincie diresse la costruzione di una strada per mettere in comunicazione la regia Strada di Calabria coi paesi della costa orientale della penisola Sorrentina, la quale, per vedute militare doveva tenersi fuori vista del mare; e poscia nel 1813 compose il progetto del bonificamento del Vallo di Diano, già intrapreso fin dal 1786 e rimasto imperfetto, opera che dette dal bel principio risultamenti importantissimi, e che ripresa in tempo molto posteriore sotto la direzione dello stesso Grasso, si va ora compiendo, secondo gli stessi sistemi, a cura dell'Amministrazione Generale delle Bonificazioni.

Nello stesso anno 1813 essendo passato per incarichi straordinari nella Provincia di Terra di Lavoro, da questa fu per altre commessioni spedito negli Abruzzi, e gli fu tra l'altro ordinato, che nel passare il fiume Volturno presso il miglio A7.° di quella regia strada, che allora si attraversava col mezzo di una chiatta, avesse studiato la possibilità della costruzione di un Ponte, che dopo multiplici discussioni rimaneva ancor problematico, e ne avesse indicato il sito.

Dopo una semplice ispezione dei luoghi, egli" lasciò incaricato un Ingegnere di raccorre i dati locali che riscontrò al suo ritorno con altra breve visita locale; e giunto in Napoli ne presentò il progetto, che venne eseguito, e portato a termine non prima dell'anno 1821. Questo ponte di cui parlasi con lode in un dotto scritto sulle opere pubbliche del Regno, Ceva Grimaldi, Considerazioni sulle Opere pubbliche del Regno di Napoli, attribuendone però per equivoco il merito all'antica Giunta delle strade che era stata abolita fin dal 1800, ha la lunghezza di oltre a palmi 1100 con 25 archi, e prende il nome di Ponte sul Volturno alla Ranindola.

Contemporaneamente progettò e diresse l'altro ponte sul torrente Melfa che attraversa il regio cammino di Sora di assai minor mole, ma di spesa poco inferiore del precedente: e fu incaricato di esaminare il tratto del cammino di Roma tra Mola ed Uri per cambiarsene l'andamento portandolo sotto il tiro dei cannoni delle fortificazioni di Gaeta; ed al cadere dell'anno medesimo insieme ad altri tre Ingegnieri di Ponti e Strade fu aggiunto con l'assimilazione di Colonnello corrispondente al suo grado agli uffiziali del Genio che seguivano l'armata napoletana nella spedizione intrapresa nell'alta Italia insieme alle potenze alleate contro alla Francia. In tale qualità prestò servizio nelle fortificazioni di Modena all'attacco di Rubiera, e prese parte alla costruzione del Ponte in Nipola, oltre a diversi incarichi civili ricevuti nei paesi attraversati dall'armata.

Ritornato in Napoli ebbe l'incarico delle opere di bonificazioni di Fondi.

Abolito nel 1817 il Corpo di Ponti e Strade, e costituitavi una Direzione Generale con un numero limitato d'Ingegneri divisi in due classi, il Grasso fece parte della prima di queste, ed in tale qualità fece il progetto di bonificazione delle pianure di Capitanata opera che posteriormente eseguita ed indi distrutta per abbandono, ora s'intraprende di nuovo sugli stessi sistemi; diresse la inalveazione del torrente di S. Giorgio a Cremano; ebbe la direzione dei torrenti di Somma e del Distretto di Nola, e continuò a dirigere l'opera dei Lagni.

Riorganizzato nel 1826 il Corpo di Acque e Strade vi ebbe il grado d'Ispettor Generale, che tuttora occupa, ed in tal qualità fa parte del Consiglio di Ingegneri di Ponti e Strade, e di quello degli Ingegneri presso l'Amministrazione Generale di Bonificazione, nei quali per anzianità presiede nell'assenza dei rispettivi Amministratori Generali.

Fra le opere dirette dal Grasso come Ingegnere di Ponti e Strade, merita particolar menzione per la importanza dei risultamenti ottenuti con discreta spesa quella dei Regi Lagni.

Questi canali di bonificazione la cui lunghezza da Nola al mare è di circa trenta miglia, ed il cui sviluppo tra canali principali secondari ed influenti oltrepassa le 120 miglia, furono in gran parte colmati dalle ceneri e pomici cacciate dal Vesuvio nell'eruzione straordinaria del giugno 1794., che vi furono trasportate dalle acque di pioggia, talchè gli scoli delle campagne ne rimasero arrestati, le terre piane rimasero sommerse ed impaludate 3 e le regie Strade di Benevento e di Caserta furono coperte da più palmi d'acqua.

Il Pollio che allora dirigeva quell'opera propose i lavori di espurgamento che furono eseguiti sotto la sua dipendenza dal Grasso. Nondimeno appena le erbe palustri ingombravano quei canali, se non si estirpavano prima del sopraggiungere delle pioggie anche mezzane, gli scoli erano impediti; le campagne inondate, e le coltivazioni distrutte, numerosi e continui erano i ricorsi e le querele dei coltivatori degli adiacenti terreni. Allorché il Grasso ebbe la direzione di quell'opera di bonificazione, si avvide che non solo tali inconvenienti potevano evitarsi modificando opportunamente le pendenze dei canali di scolo, ma potevasi in tal modo ancora estendere di molto il vantaggio che dai medesimi si ritraeva.

Egli intraprese quindi la correzione di tali pendenze a cominciare dai Reali Mulini di Carditello salendo fino all'antico Pantano di Acerra, nel quale tratto abbassò di palmi A e 5 i canali e tutte le platee dei ponti, e quelle dei regolatori dei Fusori, o vasche di macerazione dei lini e canapi.

Con tale operazione circa 12000 moggia antiche di terreni trovaronsi sottratte al dominio delle acque nei tempi invernali, e crebbero immensamente di valore. Quelle della tenuta detta il Melaino che affìttavansi ducati tre a moggio, salirono fin dal 1.° anno a ducati 25; egual miglioramento ebbero le terre dette del Carbone quelle del già bosco di S. Arcangelo di circa mille moggia che affittavansi duc. 7 a moggio furono alienate per aggiudicazione sulla ragione di duc. 20 a 35 a moggio, e l'antico Pantano di Acerra sempre coverto per un' altezza d'acqua variante fra uno e quattro palmi, fu interamente reso coltivabile, e come terreno demaniale fu diviso agli abitanti di Acerra.

Gl'indicati vantaggi furono verificati nel 1834. da una commessione speciale composta da quattro Architetti nominati dal Real Governo il cui rapporto fu pubblicato con le stampe per cura di Grasso e con sue annotazioni.

Come dipendenza dell'opera dei Regi Lagni, anche il Grasso nel 1819 ebbe l'incarico di escogitare il modo come rendere irrigabile la Real tenuta di Carditello. Propose di condurvi le acque vive e perenni dei Regi Lagni prendendole dalla loro origine. Ne formò il progetto che venne approvato, e di cui fu a lui commessa l'esecuzione. Ne fu aperta la traccia dai mulini di Acerra fino alla Regia strada di Capua. Fu portato a compimento fino alla Regia strada di Caserta dove se ne fecero giungere le acque, si fecero i saggi d'irrigazione, ed anche quello di una piccola navigazione con un navicello che si usò in una visita che si degnò fare sul luogo S. M. il Re Ferdinando I. nel giugno del 1822.

Tale opera utilissima però non è stata ancora portata a termine. Dallo stesso Augusto Monarca veniva il Grasso incaricato nel 1824. di indagare le cause e proporre il rimedio ad una forte diminuzione manifestatasi nel volume delle acque dell'acquedotto Camolino, le quali dalle sorgenti dette del Fizzo al piede del Taburno sono condotte alla Reggia di Caserta.

Adempì egli all'incarico e propose gli opportuni mezzi. Chiamato posteriormente il 20 maggio 1826, insieme al Direttor Generale di Ponti e Strade, alla presenza di Re Francesco l. in occasione dei lavori di San Giorgio a Cremano, l'ottimo Principe degnavasi fargli conoscere di aver personalmente assistito alla esecuzione del proposto espediente, fatta con felice riuscita, e si compiaceva esternargliene il suo Sovrano gradimento.

Oltre alle opere indicate ed a molte altre da lui dirette, il Grasso fece parte di molte Commessioni e fra l'altre di quelle della strada Sorrentina, della altra della Costa d'Amalfi e di quella del Cilento.

Fin dall'anno 1804. il Grasso fu nominato Architetto Municipale della Città di Napoli, cui prestò servizio in occasione del tremuoto del 1805. Successivamente fece parte della Giunta detta di fortificazione della stessa Città, istituita nel 1817, col grado di Architetto Commessario che tuttora occupa.

Fra le numerose opere da lui dirette in tale qualità, basterà indicare la bella strada di S. Lucia progettata da Stefano Gasse come appresso esporrò.

Nel 1831 il Grasso fu nominato Socio corrispondente nella Reale Accademia di Belle Arti.

Nel 1835 fu nominato a far parte della Commessione di esame per la formazioni; degli Albi per gli Architetti giudiziari, nella quale ebbe anche lo incarico di Segretario che ancora sostiene; e compose il regolamento per gli esami di ammessione in tali Albi che sovranamente approvato è tuttora in vigore.

Come perito giudiziario il suo primo incarico rimonta al 1794., al quale successero molti altri di grandissima importanza di cui troppo lungo sarebbe il discorrere.

Come Architetto civile diresse molte opere importanti fra le altre la bella Casina del Principe di Angri sulla costa di Posilipo, di cui crediamo darne il disegno nella tavola 26.

Nella lunga carriera molte ed utili pratiche introdusse nei vari rami di servigi affidatigli.

Nel Corpo di Acque e Strade fece adottare il sistema che la consegnazione delle strade si facesse sempre da un appaltatore all'altro e non mai all'Amministrazione, risparmiando così gravi dispendi a questa, nascenti dalle frodi degli intraprenditori, e quello di togliere ai proprietari, confinanti con le strade, l'obbligo che avevano di espurgare i fossi, il che egli ottenne senza aumentare gli estagli di mantenimento, togliendo al tempo stesso numerose sorgenti di quistioni.

Come Architetto della Città di Napoli fece adottare pei condotti delle acque potabili il sistema di poggiare i tubi sopra mensole laterali al gran condotto, affinché in caso di guasti si potesse facilmente riconoscerne il sito e ripararli.

Infine fu il primo che nella Casina di Angri sopracitata, introdusse il sistema di copertura formato di soli tegoli piani, che ora e generalizzalo e che molto meglio si presta alla decorazione degli edifici dell'altro prima usato dei tegoli piani e curvi alternati, e tra molti altri vantaggi à anche quello di una maggior leggerezza.

Moltissimo scrisse intorno a quistioni di arte connesse principalmente con quelle giuridiche, di cui una parte pubblicò per le stampe nelle memorie relative alle perizie in cui sostenne sia la parte di perito eletto dai Tribunali, sia di difensore delle parti; ma tra gli scritti da lui dati alla luce meritano maggiore attenzione quello pubblicato Intorno al dismesso Corpo dei Ponti e Strade, ed all'utilità del suo ristabilimento, prima della ripristinazione fattane nel 1826.

Il Cenno sulla valutazione degli edifizi, le indicate Annotazioni alla perizia per l'opera dei Regi Lagni, ed un Cenno sulla costruzione delle strade, e sul loro mantenimento. Pubblicò pure una nota di osservazioni intorno ai pericoli ed inconvenienti, cui poteasi andar incontro attese le qualità del suolo sul quale poggia una gran parte degli edifizi della Capitale, col voler portare a scorrere per sotterra tutte le acque di pioggia che per secoli son corse superficialmente per le sue strade.

E nell'andarsi ad eseguire una tale novità propose con insistenza i modi come evitare siffatti inconvenienti.

Nel 1824. e nel 1848 fu nominato decurione della Capitale.






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