A differenza delle numerose pubblicazioni del passato, bollate come revisioniste del credo ottocentesco e diffuse tra una minoranza cultrice della verità storica, il successo di"Terroni" di Pino Aprile ha scardinato il negazionismo risorgimentale. Adesso il clima finalmente stà mutando; la crisi economica che colpisce aspramente il mezzogiorno e la ormai insostenibile pressione fiscale fanno affiorare il problema di cosa siamo divenuti e cosa vogliamo ottenere noi meridionali dopo 150 anni di imperversante lavaggio cerebrale. Ricordo i vari tentativi per far rinascere una coscienza della nostra storia; l'esperienza de"Il Sud"di Selvaggi che, nella povertà dei mezzi e nella quasi solitudine, cercava di evidenziare le problematiche del sud, ma è durata troppo poco e con scarsa diffusione. Attualmente spira un'aria nuova per la nascita di un giornale veramente meridionale che metta in luce i nostri bisogni negati, lo sfruttamento incessante e diffonda il concetto che i problemi del sud devono essere risolti dal sud, senza aiuti di un nord interessato solo a mantenere, con profitto, la sudditanza attuale. Un
quotidiano che dia voce ai vari partitini ed associazioni
orgogliose della loro unicità, ma frammentate e prive di visibilità,
incapaci di rompere l'isolamento e spezzare i poteri delle varie mafie,
nuovi viceré, che dominano il panorama del mezzogiorno impedendo
qualunque strategia volta alla ricostituzione di un'unica patria
meridionale autonoma e sovrana. Fabrizio
Capece Minutolo
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