CENNO STORICO
DI FERDINANDO II RE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE PER FRANCESCO DURELLI IN NAPOLI DALLA STAMPERIA REALE 1859 |
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XII
Tra le speciali
amministrazioni e gli stabilimenti finanzieri che influiscono, ed hanno
un'azione diretta a sostenere il credito, ed a recare potente ausilio
al commercio ed a' traffichi, voglionsi annoverare i Banchi; e
certamente per le cure provvidentissime di re Ferdinando il Banco delle
due Sicilie venne riordinato sopra vastissime vedute di pubblica
economia, con svariate ed estese guarentigie da sostenere il confronto,
e forse da primeggiare su tutt'i pubblici Banchi delle altre nazioni.
Non
appena la instituzione de' Banchi ebbe vita, l'utilità ne fu
riconosciuta, e rapidamente vennero essi introdotti nelle metropoli, e
nelle città principali di tutta Europa. Essendo creazione italiana a
simiglianza di tutte le grandi scoverte, senza accennare a quello
antichissimo che stabiliva Venezia fin dal 1170, certo è che Genova,
premuta da incomportevole ed esorbitante debito pubblico, fondava nel
1407 con ordinamenti ammirevoli, giudiziosi, ed affatto nuovi il famoso
Banco e il Magistrato di S. Giorgio ricco di guarantigie, di privilegi,
di singolari prerogative.
Tralasciando di nominare le altre città
italiane che posteriormente instituirono Banchi, la sola nostra Napoli
ne fondava otto dal 1575 al 1640. I famosi Banchi di Amsterdam e di
Amburgo non ebbero vita che nel cominciamento del secolo XVII; e la
Banca d'Inghilterra, il più grande
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ed
accreditato stabilimento odierno, non è anteriore al 1694, come il
Banco di Francia instituito da Law non ebbe origine prima del 1716 (1).
Comeché
i Banchi in origine fossero stati semplicemente di deposito, e poscia
addivenuti anche di circolazione e di sconto, non di meno i Banchi di
Napoli addimandati Cassa di Corte e Cassa de' privati, hanno una
utilissima e singolare fisonomia che molto li fa differire da quelli
degli altri paesi. Perciocché conservando l'idea del deposito, alla
Cassa di Corte è aggiunta una Cassa di sconto, ed a quella de'
privati è addetta in parte la pegnorazione di vari oggetti.
I
Banchi, per consenso unanime de' cultori delle scienze economiche
e de' pubblicisti, quando sono saggiamente amministrati ed hanno
un capitale stabile da ispirare confidenza, ed apprestare guarantia
soddisfacente tanto pe' depositi che vi si fanno, quanto per le perdite
cui possono soggiacere per le loro operazioni, sono essi una
instifuzione che appresta innumerevoli vantaggi alla società sotto
tutti i rapporti del vivere civile, agevola la pubblica e privata
economia, favorisce la finanza pubblica e le fortune private, e le
condizioni dell'agricoltura, del commercio, delle industrie e delle
manifatture.
Niuno ignora i vantaggi principali derivanti da'
Banchi, e fra gli altri son da notare specialmente le facilitazioni
commerciali sia allo straniero, sia nell'interno del paese; le
agevolezze pe' traffichi e le contrattazioni; la facilità per «deporre
danaro in sicurezza;
(1) Ved. il nostro Opuscolo col titolo; Del Banco istituito in Bari.
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l'impiego
utile della moneta a vantaggio pubblico o privato; il trasporto
materiale di essa a scanso di pericoli e di spese; la rappresentanza
monetaria che rendesi guida costante de' traffichi, del commercio
esterno ed interno, ed in generale di tutte le contrattazioni; la
direzione degl'interessi sulla moneta e la diminuzione dell'alta
ragione di essi, che agevola la circolazione, ed il corso de'
cambi; l'aiuto che offrono ne' prestiti e nelle anticipazioni; il
valore che sostengono alle carte di commercio, di cambio, di credito, e
di altri effetti che ne' Banchi si scontano o si fanno pegnorati; il
soccorso che prestano a negoziare i valori; ed altrettanti vantaggi che
sono strettamente rannodati a tutto l'andamento economico, finanziere,
e politico del paese, per modo che la floridezza de' Banchi
afforza, ed è documento sicuro del buon andamento del Governo, come per
contrario la loro decadenza, o il fallimento è cagione infausta di
gravissimi disastri.
I valori che emettono i Banchi tanto
maggiormente sono ricercati e ricevuti, per quanto minor rischio ed
incomodo si sperimenta nel trasferimento del dominio; e per quanto
minori sono le difficoltà per ritrovare il possessore del numerario
depositato. Inoltre questo mezzo cosi utile ed efficace a far
prosperare il commercio e le industrie molto più rendesi vantaggioso
col favorire e promuovere la libera e spedita circolazione dei valori
che rappresentano i Banchi, affinché ognuno possa avvalersene a maniera
di lettere di cambio ricettibili in ogni Cassa regia o provinciale.
Da queste dottrine fu mosso re Ferdinando per promuovere
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efficacemente
la prosperità del Banco, e condurlo al miglior sistema che potesse mai
desiderarsi. Ed in vero vuol essere ricordato che i nostri antichi
Banchi tenevano un patrimonio di meglio di 13 milioni di ducati, i
depositi di numerario oltre a 20 milioni, un credito ed una opinione
immensa, e da questo ragionevolmente derivavano straordinari benefici.
Ma quando il Governo dell'occupazione militare riformando i nostri
Banchi proponevasi, senza veruna guarantigia di dare ad essi, come
proclamava, quel grado di confidenza indispensabile per la pubblica
prosperità, il patrimonio del Banco delle due Sicilie era ridotto
appena alla cifra non maggiore di ducati 2,222,871 con un debito per
polizze in circolazione, ed altri pagamenti non adempiuti in ducati 968
mila.
Laonde scaduto il nostro Banco dall'antica grandezza, ed al
ritorno di re Ferdinando I nel 1815 trovato vuoto di danaro, con le sue
polizze che scapitavano del dieci in dodici per cento, e co' suoi beni
amministrati dalla Gassa di ammortizzazione, fu primo pensiere di quel
Sovrano di dare al Banco un positivo ordinamento, siccome avvenne a' 12
dicembre 1816.
E da quell'epoca rianimandosi la fiducia e la
confidenza pubblica, il Banco delle due Sicilie pe' provvedimenti di
Ferdinando II riacquistò l'antico splendore, e fu condotto al miglior
metodo di azienda finanziera, ed a stabili e provvidi ordinamenti. Con
un capitale di un milione di ducati, vi ha un Consiglio di Reggenza che
dirige l'andamento ed il servizio del Banco, e rende i suoi contj
annuali alla G. C. de' conti.
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E
comeché fosse distinto in due Casse, quella di Corte cioè pel servizio
della Tesoreria e delle amministrazioni finanziere, e quella de'
privati pel servizio di altre particolari amministrazioni e
dell'universale, re Ferdinando volle aggiunta un'altra Cassa di Corte,
posta nell'edilizio dello Spirito Santo. E posteriormente nello
interesse del commercio ne' reali domini, volle il re che due altre
Casse dipendenti dal Banco fossero instituite in Palermo ed in Messina
(7 aprile 1843),
Né qui si arrestarono le provvidenze.
Imperciocché fin dall'anno 1848 era intendimento del Monarca di fondare
un Banco, diremo soccorsale a quell'uno delle due Sicilie, nella città
di Bari, una delle più popolose, floride e ricche città del reame. Quel
proponimento restò sopito per condizioni forse non favorevoli a
quell'epoca, o per regolamenti non reputati soddisfacenti alle
intenzioni benefiche del Sovrano. Ma poscia (18 maggio 1857) un'altra
Cassa del Banco quivi in Bari volle instituita sopra larghe vedute, non
essendosi portata veruna dissimiglianza tra la Cassa di Corte, qual è
in Napoli, e quella stabilita in Bari, con raggiungimento di una Cassa
di sconto e con l'impiego della moneta. alla pegnorazione, specialmente
a pro delle classi bisognose.
Lo stabilimento di cotesto Banco
quanto utile tornasse alle province formanti l'antica Puglia non è chi
non vegga; e fu questo in vero grande imprezzabile beneficio di re
Ferdinando per quelle ricche ed industriose contrade. Posta Bari presso
che nel centro della Peucezia, avente a mezzogiorno la Japigia, o Terra
di Otranto,
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a settentrione la Daunia o
Capitanata, a ponente la Basilicata, a levante l'Adriatico, tutte
queste province segnatamente, anziché avvalersi del Banco di Napoli per
lo deposito, l'uso, e la destinazione della moneta, troveranno comodo,
agevolezza, risparmio nel Banco di Bari. Quindi aumentata, favorita,
migliorata la condizione di quelle province per ogni specie di
contrattazione, pel loro commercio, per le loro industrie, e più di
ogni altro per lo miglioramento dell'agricoltura, cui è addetta con
ispecialità la Puglia Daunia nelle contrattazioni e nel commercio
de' cereali, e nelle agevolazioni che possono ritrarre gli
agricoltori ed i possessori di piccoli poderi per trovare ausilio nelle
loro esigenze.
L'alto sconto della moneta, ossia l'interesse delle
somme tolte a prestanza da' privati riesce senza dubbio dannevole a far
prosperare l'agricoltura, e prepara la rovina delle fortune
commerciali. L'ingordigia de' capitalisti va in cerca di un lucro
immoderato, e le usure si vedrebbero, senza i Sovrani provvedimenti,
trafficate vergognosamente ad un ammontare eccessivo ed incomportevole;
il che sarebbe grave delitto solo a pensarlo. Di qui è che il Banco da
re Ferdinando stabilito in Bari appresta grande agevolezza
all'agricoltura, al commercio, all'industria di quella città e delle
province della Puglia, facendo diminuito l'alto interesse, perché a
cagione delle operazioni della Cassa di sconto, i capitalisti son
costretti in certa guisa a somministrare, lor malgrado, Ja moneta a più
equa e moderata ragione, non conducendo a' loro interessi di tenerla
infruttuosa.
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Le città e le province
pugliesi anche un altro notevole vantaggio son venute a ricevere dal
Banco stabilito in Bari. ché nelle contrattazioni ritraggono risparmio
di tempo e di spesa, e più ampia sicurezza. Le contrattazioni stipulate
in carte bancali con autentiche notarili non solo hanno data certa,
senza formalità del registro, ed-acquistano valore di carte pubbliche,
ma non importano veruna spesa a carico de' contraenti, quale che
sia l'indole del contratto.
Non può poi sconoscersi Futilità del
Banco in Bari, relativamente agl'interessi di tutto il reame, ove si
ponga mente alla vasta estensione del commercio e de' traffichi
delle province pugliesi con lo straniero pe' prodotti indigeni
de' cereali, degli olì, del vino, della seta, delle mandorle,
delle lane, de' formaggi, ed altro, che con la circolazione delle
carte bancali e con le operazioni della Cassa di sconto in Bari trova
migliori mezzi di facile contrattazione e di trasferimento della
moneta, e rendesi perciò più animato, energico ed attivo, e sarà
maggiormente per divenirlo se il commercio coll'Oriente troverà più
agevoli vie di comunicazione col mezzo delle ferrovie e de'
vapori condotti a' porti di Brindisi, di Taranto, di Manfredonia, e
della stessa Bari.
Da ultimo in quanto al commercio ed a'
traffichi dello interno, gran pro ne deriva benanche a tutte le
province del reame. Le quali presso che tutte pel commercio e pe'
traffichi de' loro prodotti convengono nella Puglia, dove sono
celebrate le fiere antichissime instituite. fin da' tempi dello Svevo
Federico in Gravina, in Barletta, in Foggia;
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dove
la pastorizia tiene ir centro delle sue industrie per le lane ed i
formaggi ne' vastissimi erbaggi del Tavoliere; dove fecondano belle
numerose razze di cavalli; dove ricche ed accreditate case commerciali
trovansi stabilite; dove da ultimo stranieri di tutte parti del mondo,
e regnicoli di tutte le province del reame, continentali ed insulari,
mantengono estese relazioni commerciali, agricole, industriali con gli
abitanti della doviziosa e fertilissima Puglia (1).
Non abbiamo
creduto inutile trattenerci ad esporre cotesti vantaggi e la utilità
che dallo stabilimento del Banco in Bari derivano a quella città, alle
province pugliesi, ed a tutto quanto il reame, affinché meglio
risaltassero le solerti cure di re Ferdinando per far migliorata la
condizione de' popoli di quelle ubertose contrade, per la
protezione da lui accordata con ogni maniera di conforto al commercio,
all'agricoltura, all'industria, e per accrescere e mantenere la
ricchezza pubblica e privata.
XIII
Siccome cennammo che il
Banco de' privati e la Cassa dello Spirito Santo dal danaro
depositato praticano la pegnorazione sopra materie di oro, di argento,
di:rame, di panni, di telerie, ed altri obbietti di valore; così re
Ferdinando riordinò con novelli e migliori Statuti il sistema e
l'andamento della pegnorazione (14 aprile 1832); e l'interesse su le
somme prestate,
(1) Durelli — Opuscolo citato...
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che nel 1818 era al nove per cento, restò ridotto al sei, come di presente si riscuote.
Oltre
questa operazione di anticipare danaro sopra depositi e pegni di vari
obbietti, i Banchi di Napoli, secondo l'antichissima loro instituzione,
facevano anche lo sconto delle lettere di cambio, e di altre scritte di
commercio e di finanze, instituzione che riesce utilissima al commercio
ed a' commercianti, e di grande agevolezza per sopperire a'
bisogni privati. Questo sistema fu conservato, e per questo scopo nel
1818 fu instituita la Cassa di sconto, come opera aggiunta alla Cassa
di Corte del Banco delle due Sicilie.
La Cassa di sconto
richiamò benanche l'attenzione di re Ferdinando per migliorare i metodi
della sua azienda, e l'andamento amministrativo. Una Commessione di
quattro negozianti esamina le lettere di cambio ed altri valori da
scontarsi, tenendo il suo patrimonio di un milione che fu anticipato
dalla Tesoreria.
L'interesse dello sconto fu prima fermato al sei
per cento per le lettere di cambio; per lo sconto de' semestri
della rendita del debito pubblico l'interesse è del tre; e pe' valori
de' quali lo sconto è domandato dalla Tesoreria, l'interesse è
del due per cento.
Ad attestare pertanto invittamente la
prosperità delle operazioni della Cassa di sconto sotto il governo di
re Ferdinando, si vuol ricordare la disposizione (24 aprile 1857) con
che venne notificato all'universale il ribasso dal quattro e mezzo al
quattro per cento dell'interesse
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sulla
somma che presta la Cassa su gli estratti di rendita al cinque per
cento iscritta sul Gran Libro, e su i certificati di credito della
Tesoreria; come anche il ribasso dal quattro al tre e mezzo per cento
dell'interesse su la pegnorazione degli estratti di rendite iscritte al
quattro per cento.
Il quale abbassamento dello sconto depone
apertissimo non solo delle- provvidenze benefiche di re Ferdinando, ma
ben ancora della condizione' prosperevole, alla quale pervenne il paese
durante il suo governo. Non ignoriamo la quistione disputata tra gli
economisti, alcuni sostenendo di essere il basso interesse del danaro
la misura della crescente prosperità degli Stati, altri la misura delle
ricchezze di un paese, altri il punto di paragone per calcolare la
felicità delle nazioni, altri in fine di stare il basso interesse al
commercio come l'anima al corpo. A ciascuna di queste proposizioni
potrebbesi obbiettare scientificamente non essere il basso interesse
prova certa di ricchezza nazionale, come il troppo alto non essere
indizio di povertà. ché il ribasso come può nascere dall'abbondanza
della moneta, può nascere egualmente dal suo ristagno e dalla sua
inerzia; ed il ristagno, o la inazione de' capitali è un male
gravissimo.
A parte le dottrine. Che il ribasso dell'interesse per
le operazioni della Cassa di sconto si rivelasse incontrastabilmente va
effetto della prosperità sociale del paese, ed un punto di paragone
delle sagge provvidenze governative e finanziere di re Ferdinando per
immegliare la condizione agricola, industriale e commerciale delle
popolazioni, a noi pare che faccia d'uopo di considerare questo
avvenimento
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meno nel riscontro unico
delle operazioni della Cassa di sconto, quanto nel rapporto e nel
confronto della rendita iscritta sul Gran Libro del Debito pubblico.
Ed
in vero tra le instituzioni finanziere di tutti i Governi dell'Europa è
precipua la creazione della rendita dello Stato, addimandata per
eccellenza Debito costituito, o consolidato. Cotesta rendita
costituisce omai il termometro non solo del grado di vita prosperevole
e doviziosa delle nazioni, sotto il rapporto finanziere, pubblico e
privato, ma ben anche vien esprimendo la vita politica delle nazioni
medesime, ossia la pace, la pubblica tranquillità, la sicurezza.
Qualunque oscillazione, qualsiasi menoma alterazione negli avvenimenti
politici, o finanzieri è rivelata quasi istantaneamente nel corso della
rendita, ossia delle iscrizioni sul Gran Libro. Il corso pubblico della
rendita, alto o basso, depone della floridezza o delle angustie del
Governo, o della finanza.
E ben a ragione. Perciocché il Gran
Libro del Debito pubblico tiene a fondamento e si sostiene all'appoggio
di due elementi, il credito della nazione, e la guarantigia del
Governo. Se per avventura non si trovassero in buona condizione la
proprietà e l'industria; non regnassero l'ordine e la pace; non vi
fosse buona fede e fiducia nella nazione e nel Governo; se l'una e
l'altro non avessero credito per loro stessi, il Gran Libro indarno
potrebbe sostenersi nell'alto corso della rendita. Ogni alterazione,
ogni scemamento di credito o di guarantigia diminuisce necessariamente
la concorrenza; ingenera il dubbio e la sfiducia nell'animo
specialmente
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dei negoziatori stranieri,
che rappresentano gran parte della rendita costituita, e quindi non
potrebbe sostenersi l'alto corso della rendita.
Ognun sa che i
mezzi fittizi, gli spedienti simulati per far comparire nelle finanze
un credito inesistente,. oltre di essere pregiudizievoli al Governo,
sono di brevissima durata, perché è impossibile d'ingannare a lungo i
prestatori, o di simulare la pace, l'ordine e la ricchezza là dove si
viva nella guerra, nello squilibrio, nella povertà. Dunque l'alto corso
della rendita iscritta è indizio infallibile e sicuro della florida
condizione del paese, della stabilità e del credito del Governo, della
pace e dell'ordine pubblico.
Or se nel fatto la rendita iscritta
napoletana si sostenne quasi costantemente nell'alto corso durante il
governo di re Ferdinando, ne consegne che venne sempre accennando allo
stato prosperevole del paese; e la condizione permanente della
floridezza e dell'agiatezza pubblica, e della stabile tranquillità è
derivata da' provvedimenti del saggio Sovrano.
Posto quinci l'alto
corso della rendita pubblica, è rischiarato agevolmente che
l'abbassamento dello interesse nelle operazioni della Cassa di sconto,
mentre in altri paesi dell'Europa vien elevandosi, non può derivare che
dalla cagione medesima ond'è sostenuto il corso alto della rendita
iscritta, ossia dalla floridezza del paese e della pubblica finanza.
Perciocché diminuendo il Governo il profitto che ritrae dal capitale
fruttifero posto in circolazione nel Banco, o Cassa di sconto, viene a
manifestare di trovarsi la Finanza
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in
tanta condizione vantaggiosa, per quanto la porzione della ricchezza
pubblica prodotta e destinata alla riproduzione sia di lunga mano
maggiore e sovrabbondante alla soddisfazione de' pubblici
bisogni, per guisa che si tiene pago di ricavarne un lieve e moderato
profitto.
Col decreto del 12 dicembre 1816 il Sovrano si avea
riserbato di estendere le operazioni della Cassa di sconto alle
anticipazioni di danaro sulle mercanzie esistenti in Dogana, come anche
di stabilire le norme per eseguirsi presso il Banco delle due Sicilie
l'opera della pegnorazione delle monete estere di argento e delle
verghe di simile metallo. Dopo volger lungo di anni, re Ferdinando»
volendo accrescere, son parole del Decreto (3 febbraio 1858) vieppiù il
movimento de' fondi «Iella dote propria della Real Cassa di
sconto, ed estendere le funzioni de' suoi capitali in una larga
proporzione a favore del commercio e delle industrie nazionali,
facilitando le attuali operazioni della Cassa anzidetta, ed aggiungendo
vene delle altre di grande utilità e di non lieve importanza alla
crescente prosperità economica del reame, venne a stabilire due altre
novità in questa branca finanziera, le meglio adatte per la prosperità
del commercio e per diffondere le ricchezze del regno. Egli autorizzò
la Cassa di sconto a fare a' negozianti a determinate scadenze prestiti
di somme garantiti dal valore delle mercanzie depositate ne' loro
magazzini nella gran Dogana di Napoli, costituite a titolo di pegno a
favore della Cassa, mediante verbale amministrativo, senza che sieno
amosse da' magazzini di deposito. Sanzionò inoltre diffinitivamente
l'opera della pegnorazione
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delle monete
estere di argento e delle verghe di simile metallo presso il Banco
della due Sicilie. Per le quali nuove operazioni fu dettato ed
approvato un analogo regolamento.
Il massimo valore di sconto
fatto dalla Cassa in un anno per lo giro di quattro volte è stato in
sei milioni di ducati, il minimo per un milione, che vai dire di
ventiquattro, o di quattro milioni. Né vogliamo omettere di riferire
che nel mese di agosto 1854 tra pegni del Banco e della Cassa, tra il
negoziato di sconto e la moneta effettiva, ci avea un valore reale in
ducati 14,714,532 e 23.
Di tanti innumeri vantaggi derivati al
commercio dalle operazioni della Cassa e dall'opera della pegnorazione
re Ferdinando non volle che ne restassero private le province pugliesi;
e perciò avendo toccato avanti della somma utilità della fondazione del
Banco in Bari, qui non lasceremo di aggiungere che a quel Banco restò
benanche annessa una Cassa di sconto, cui è pur aggregata l'opera della
pegnorazione a vantaggio inenarrabile del commercio e delle industrie
di Puglia (30 maggio 1857).
Cade qui opportuno di toccare benanche
delle utili e fondamentali riforme arrecate da re Ferdinando alla Borsa
de' Cambi, dove si stringono le contrattazioni commerciali, e si
diffiniscono i corsi legali de' fondi pubblici e delle merci. Su
le norme di quanto trovasi stabilito ne' paesi più inciviliti e
commercianti di Europa, restò sanzionato il regolamento organico della
Borsa (3 dicembre 1842) con determinare il numero degli Agenti di
Cambio, de' Sensali, de' Deputati di Borsa,
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e
con statuire le regole confacenti a fermare il corso de' cambi e
de' fondi pubblici, delle derrate, e di altri valori; e da ultimo
l'azione di vigilanza attribuita alla Camera consultiva di Commercio.
In
questo ramo però importantissimi mutamenti e sapientissime provvidenze
re Ferdinando venne sanzionando per favorire le contrattazioni, e
mantenere inviolati il credito nazionale, e la buona fede ch'è base del
commercio. Epperò per far rimossi i danni derivanti dalle
contrattazioni a vuoto, infausta cagione della mina di opulenti
famiglie, sanzionò doversi reputate semplici promesse le vendite degli
effetti pubblici, mancanti della consegna effettiva, o del deposito del
titolo; e così anche dichiarò i contratti de' cereali, quante
volte non portassero la indicazione della qualità e del luogo della
esistenza de' generi (3 dicembre 1842).
E siccome per
l'addietro per le formolo de' contratti introdotte dall'uso a non
poche frodi andò esposto il traffico de' cereali, re Ferdinando
decretava provvidi e confacenti regolamenti per evitare le frodi delle
compre-vendite ne' caricatoi di Barletta e di Manfredonia (3 dicembre
1842 ).
Finalmente eransi levati clamori nelle diverse piazze di
Europa, e sommo scredito ne derivava alla buona fede, ed alla lealtà
commerciale, in quanto che il traffico degli oli in Gallipoli era
decaduto dall'antico lustro a cagione della immessione che facevasi in
cabotaggio di altri oli in quel caricatoio, affermandosi falsamente
essere di Gallipoli. Provvide perciò il re che gli oli che da altre
province quivi s'immettessero
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in
cabotaggio, restassero separati e non andassero confusi con quelli di
Gallipoli, dovendo gli oli essere sempre accompagnati dal certificato
di origine (12 dicembre 1844).
Poste siffatte prescrizioni onde
sono regolate le operazioni della Borsa di commercio in Napoli, re
Ferdinando prese in considerazione che nelle attuali condizioni della
piazza di Bari si rendesse utile di aggiungere l'instituzione di una
Borsa di Commercio agli altri importanti stabilimenti commerciali di
cui trovasi dotata quella città. Ond'è che venne decretando lo
stabilimento di una Borsa anche in Bari (20 dicembre 1858), e
sanzionava per essa, per gli agenti di cambio, e sensali regi il
correlativo regolamento, in conformità di quanto praticasi nella Borsa
di Napoli, con la clausola. che siffatto regolamento restasse
modificato nella maniera medesima di quello sanzionato per Napoli nel
1842, ove facessero uopo modificazioni.
Rimane a toccare
dell'azienda della moneta, odi quell'amministrazione che della Zecca si
addimanda, della quale è capo eziandio il Reggente del Banco. Al carico
principale d'improntar la moneta, la Zecca. fin dal 1824 ebbe l'altro
benanche dell'assicurazione de' diversi titoli che contener
debbono i lavori di oro. e di argento di qualsiasi maniera, della
incisione delle medaglie, e di verificare la falsità della moneta ne'
giudizi civili.
La regia Zecca, fondata dal primo Carlo Angioino,
non aveva. Ricevuto fin dall'epoca viceregnale alcun notabile
miglioramento, sì che Re Ferdinando pose pur mente di apportare un
compiuto e graduale mutamento a questa dipendenza fmanziera sommamente
interessante.
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Il metodo di lavorazione
ha raggiunto la maggior perfezione con tanto aumento di lavoro, da
potersi attendere alla coniazione di straordinaria quantità di moneta
dodici volte maggiore dell'ordinario prodotto degli anni andati. Ond'è
che infiniti valori che restavano per l'addietro inoperosi o
abbandonati, son venuti ad animare il commercio, e ad imprimere più
rapido movimento alla circolazione della moneta.
Dal 1851 in poi
l'opera della Zecca è cresciuta moltissimo una co' guadagni per la
straordinaria quantità di moneta che si è coniata, essendosene
improntata in certe occasioni sino a sessantamila ducati al giorno. E
vogliamo notare che tra il 1852 ed il 1856 fu coniata moneta nella
nostra Zecca nella somma di ducati 32,380,775, alla quale, come osserva
lo storico della nostra Finanza (1), se vuol contrapporsi la somma dei
colonnati estratti, e quella parte dell'oro che effettivamente
circolava, risulta che di tanta abbondanza di moneta coniata soli
diecisette in dieciotto milioni accrebbero la nostra circolazione, che
non sorpassando, come credesi, gli ottanta milioni di ducati all'anno,
fu grande avvenimento quello di accrescersi in quattro anni di molti
milioni di ducati, sicché ne derivò, come avviene in casi simigliami,
l'aumento del prezzo di tutte le cose ed il ribasso degl'interessi.
La
Zecca per le cure di re Ferdinando venne fornita d'un gran numero di
macchine, le migliori che potessero trovarsi in siffatti
stabilimenti,
(1) Bianchini. Storia delle Finanze. Lib. 7, cap. 5.
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ed
il suo antico edifizio in varie parti fu bellamente rifatto. E da
ultimo volendo il re provvedere al modo di rendere durevoli e capaci di
ulteriore sviluppo i perfezionamenti arrecati all'arte d'incidere nel
Gabinetto d'incisione presso la Regia Zecca, stabilì la fondazione di
una scuola per istruire gli Alunni presso cotesto Gabinetto sì nella
parte generale e teoretica, come nella parte tecnica dell'arte
d'incidere sopra acciaio, affidando al Direttore del Gabinetto
d'incisione l'insegnamento per la parte teoretica, il disegno e la
plastica (15 giugno 1858).
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