Fortezza Virtuale di Civitella del Tronto, 3 maggio 2003
Nino Gernone
Gent.mo Presidente Ciampi,
Ella in occasione della Settimana della Cultura e dellArte, conferirà il 5 maggio 2003 quindici medaglie doro a benemeriti, su proposta e in accordo con il ministro per i Beni Culturali Giuliano Urbani.
Tra i premiati designati è incluso il professor Giuseppe Talamo, presidente dellIstituto del Risorgimento italiano e autore di numerosi studi su De Sanctis, Cesare Balbo, Cavour, Mazzini, De Pretis ed altri.
Il prof. Talamo, tra l'altro, fu autore precoce di un libretto celebrativo sul Risorgimento, distribuito nel 1961 in tutte le scuole italiane in occasione del centenario della nazione; recentemente ha diretto una équipe che ha svolto il lavoro di restaurazione e riordino, dopo oltre ventanni di chiusura, del Museo Centrale del Risorgimento nella sua sede storica al Vittoriano Altare della Patria, sotto lAlto Patronato della Presidenza della Repubblica.
Chi scrive partecipò il 22 novembre 2002 ad un incontro organizzato a Roma dallAssociazione Librai Italiani intitolato "Risorgimento: un dibattito ancora aperto ", con la partecipazione di A. Mario Banti, Paolo Mieli, Alfonso Scirocco e Giuseppe Talamo.
Quel che mi sorprese nel vivace dibattito, fu lintervento retorico del Talamo sul Risorgimento, un intervento che ignorava del tutto studi e ricerche pubblicate negli ultimi quarantanni. Il neo- benemerito, inoltre, affermò che lingresso a Napoli di Garibaldi fu "contrastato" unicamente da colpi di cannone sparati a salve, e che il ministro dell'interno borbonico Liborio Romano era colluso con la camorra; il tutto espresso in tono riduttivo nei confronti dei Meridionali rispetto alle vicende del 1860.
Occorre, caro Presidente, essere corretti nellanalisi storica:
Il ministro Romano , trasformista e dagli intrecci malavitosi , fu regista e organizzatore dell'ingresso di Garibaldi a Napoli da lui personalmente accolto; entrò successivamente a vele spiegate nel Parlamento italiano da importante onorevole. Gli esclusi furono i contadini meridionali, che costituivano gran parte della popolazione di quei tempi. Essi furono costretti forzatamente allinnovativo servizio militare obbligatorio per cinque anni, al pagamento di nuove tasse che li immiserirono, alla sottrazione dei diritti di pascolo e di raccogliere legna ecc..
Condizioni che costrinsero numerose decine di migliaia di braccianti agricoli, rurali e pastori a divenire partigiani - briganti e a scontrarsi militarmente e con gran violenza con lesercito italiano appena sorto. Il nuovo Comando militare inviò nelle regioni meridionali conquistate più di 120.000 soldati che, in stato dassedio, fucilarono più di 20.000 meridionali, come risulta dai dati esposti da un collaboratore degli archivi militari presente al Convegno romano e dagli studi - indicazione statistica per difetto -del prof. Roberto Martucci.
Al Convegno ricordai la censura a tuttoggi dei documenti militari sulla guerra civile definita brigantaggio, in verità guerriglia di difesa dai conquistatori.
Su questaspetto denunciato dagli specialisti dal 1964 a oggi, Ella ne fu informata a suo tempo con una mia lettera, presente su numerosi siti, e ripresa da varie lettere apparse recentemente sul Corriere della Sera . Negli anni successivi moltissimi di quei contadini e i loro figli, scampati alle rappresaglie e ai campi di prigionia, ai luoghi di deportazione per contadini- briganti, soldati meridionali borbonici contrari ai Savoia e renitenti alla leva, emigrarono allestero come risulta dalla comunanza di cognomi nei registri dei musei doltre oceano dedicati agli emigrati.
Per le ragioni esposte dissento, signor Presidente, dal riconoscimento pubblico al citato studioso.
Nulla di personale, tantè che fummo rallegrati quando Lei premiò Franco Della Peruta, linsigne studioso del Risorgimento che ha sempre difeso le ragioni dei contadini briganti, quelle denunciate da Giuseppe Ferrari in Parlamento nel 1861, inorridito dopo il sopralluogo che effettuò nei paesi meridionali di Pontelandolfo e Casalduni bruciati e distrutti con i loro abitanti dai bersaglieri.
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Gent.mo Presidente,
La invitiamo a dare il suo Alto Patronato alla rapida informatizzazione degli archivi civili e militari dal Risorgimento alla II guerra mondiale, per una rinnovata ricerca storiografica sulla scia degli archivi del Senato e della Camera.
La Patria è fatta anche di un sentimento profondo che rispetta le complesse vicende della Storia. Noi meridionali labbiamo già compreso. Cordiali saluti.
Nino Gernone [email protected]
Talamo Giuseppe (a cura di), Gli ideali del Risorgimento e dell'Unità. Roma, Ente Naz. Bibl. Pop. e Scolastiche Ed., 1961, 19 cm, 224 pp., br. ed., "Nel primo centenario dell'Unità d'Italia" Collana diretta da A. M. Ghisalberti Pres. dell' Ist. per la storia del Risorgimento Italiano. Con numerose ill. in |
"LA STORIA PROIBITA" Intervista a Carmine Crocco Donatello
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Stralcio di un articolo pubblicato nel 1992 su "Il Calendario del Popolo"
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