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Riportiamo — da IL MONDO VECCHIO ED IL MONDO NUOVO Anno II.°  N. 1  - Napoli  Mercoledì 16 Gennaio 1861 — il polemico editoriale contro i provvedimenti presi dall'autorità giudiziaria nei confronti di Giuseppe Libertini e Francesco Colicchio.

Noi non conosciamo i dettaghli di questa vicenda e se qualche amico navigante vuole illuminarci può farlo inviandoci anche un messaggio via form.

Dalla lettura emerge la richiesta del rispetto delle nuove libertà affinche il regime attuale - italiano - non possa essere accusato di imitare il vecchio, quello borbonico.

Intanto però si invocano fucilazioni dei difensori di Gaeta in quanto reazionarii!

Buona lettura e tornate a trovarci.

Webm@ster - 26 agosto 2006
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IL MONDO VECCHIO
ED IL MONDO NUOVO

Anno II.°  N. 1 
Napoli — Mercoledì
16 Gennaio 1861

 
AVVISO

Uno dei nostri colleghi avendo cessato di prendere parte alla compilazione del presente Giornale, per ragioni che siamo in debito di rispettare, ha dato motivo al ritardo che finora si è avvertito: d’altra parte noi possiamo assicurare i nostri lettori che il Giornale continuerà quotidianamente, senza interruzione veruna, avendo di già trovato modo come sopperire alta mancanza del collaboratore.

IL MONDO VECCHIO ED IL MONDO NUOVO Anno II.°  N. 1  - Napoli — Mercoledì 16 Gennaio 1861

Or non à mollo venivano arrestati senza ordine dell’autorità giudiziaria Giuseppe Libertini e Francesco Colicchio, e la misura dì pubblico interesse dopo tre giorni si estese anche al di là della libertà provvisoria accordala agl'imputati. E poco dopo il Consigliere di Luogotenenza pel Dicastero di Polizia, quasi a giustificazione del male operato, quasi per tranquillizzare le turbate coscienze dei pacifici cittadini, scriveva una circolare a tutti gli Ufficiali funzionari dipendenti dal suo Dicastero, nella quale vituperando i soprusi, gli arbitrii e le illegalità del passalo governo, prometteva di tranquillizzare i buoni, assicurandoli della proiezione delle leggi, e dei limiti più stretti i che i nuovi ordini politici avrebbero assegnali alla Polizia; dover essere garentita e protetta la libertà del pensiero, la libertà personale, la inviolabilità del domicilio, che chiamava supremi diritti solennemente riconosciuti dallo statuto: ed altre belle promesse facea pure, di cui ragioneremo un poco a disteso quando imprenderemo di proposito ad analizzare e comentare la circolare anzidetta.

Ma in opposizione delle cose scritte noi vediamo che quaranta o più, senza sentenza di .Magistrato, sono stati mandati all’Ergastolo, ove vengono sostenuti con restrizioni maggiori di quelle che sono dai regolamenti adottate in danno di coloro che sono stati condannati per effetto di giudicato solenne ed irrevocabile alla massima delle pene a tempo, perché indefinita, perché finisce con la morte.

È vero che coloro i quali sono stati ivi trasportali aveano contro essi il biasimo e la mala voce di contrabbandieri, di gammorristi, ma noi non pertanto osserveremo.

Che parecchi uomini di rapinai e di sangue passeggiano liberi ed impuniti, e continuano i loro turpi traffici.

Che contrabbandieri e bravacci sono non solamente nella Città Capitale del Regno, ma nei comuni, noi distretti, nelle provincie, e perché circoscrivere a Napoli solamente questa misura di rigore tremendo?

Che la definizione di Contrabbandieri essendo assegnato dal giudizio, dalla volontà, dal capriccio del Consigliere di Luogotenenza, è sempre ingiusta ed arbitraria, perché niuno può vantarsi d'infallibilità, e pel contrario tutti dobbiamo piegare a certe simpatie personali, a certe ricordanze di lavori ottenuti, dalle quali influenze non è restato straniero lo stesso Consigliere di Luogotenenza, il quale mostrandosi severo verso uomini o innocenti o nulli, è stato assai indulgente verso uomini nefarii, noti por tali alla universalità, di potenti ed efficaci relazioni colpevoli, per guisa che la loro liberazione è stata giudicata dalla pubblica opinione come ingiustizia manifesta e solenne.

Noi non ci farciamo a difendere né il contrabbando né il contrabbandiere ma vogliamo innanzi tutto rispettate le leggi del paese, le quali dalle forme costituzionali sono state grandemente confortate, e le nostre leggi sono provvide, sapientissime, da bastare a sé stesse; che se qualche cose mancasse, alle leggi cattive si supplisca colle buone, ma non mai ad esse venga sostituito l’arbitrio, le prime potranno spaventare i colpevoli solamente, il secondo più i buoni atterrisce che i tristi.

E per giunta siamo assicurali, che a riguardo di cento e più detenuti in Santa Maria Apparente da un mese e mezzo per misura di pubblico interesse siasi disposto, che quelli appartenenti alla regione insulare venissero subitamente spediti in Sicilia, gli altri poi della regione continentale sull’isola di Ventotene.

La maggior parte di costoro è stata arrestata in Gaeta, o nelle sue vicinanze, e qui spedita dal Generale Cialdini sotto la rubrica di reazionarii.

Noi non intendiamo di giustificarli, crediamo anzi alla loro reità, e vorremmo che fossero spietatamente puniti questi pubblici nemici ad esempio e spavento degli altri. Non ci avrebbe contristato se l'avessimo saputi fucilali da un consiglio di guerra,  non ce ne  dorrebbe se li sentissimo condannati nel capo per decisione dello nostre Gran Corti  Criminali, perché se ò vero, come lo attestano ì rapporti sul loro conto, che essi abbiano costantemente ed apertamente cospirato, la loro reità non solamente sarà vera ma provala, e la Dio mercé nel nostro paese non mancano solerti ed intelligenti inquisitori, sapienti e severi magistrali, ed innanzi alla verità della cosa giudicata debbono inchinarsi perfino gl’implacabili nemici nostri, ma sia almeno rispettata la santità delle forme.

Che cosa à reso detestalo il governo degli ultimi Borboni di Napoli? il predominio della forza sul diritto, della Polizia sulla magistratura, e quelli erano tempi di schiavitù; ma ora che la libertà non è stata confiscala a nostro vantarlo solamente; ma dev'essere beneficio universale, in nome della libertà reclamiamo di non rinnovare gli atti odiosi della tirannide passata, perché non vogliamo giustificare l’enormezze di Aiossa imitandolo, e desiderosi quali siamo della prosperità, della gloria, della grandezza del nostro paese, vogliamo colla onnipotente dimostrazione dei fatti fare certi avversarii ed amici, che all’ombra delle leggi può riposare fiducioso ognuno.



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Articoli tratti da giornali pubblicati a Napoli tra il 1860 e il 1861








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