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Carissimi,

vi invio da un altro mio email il testo dell'articolo sulla Telestreet - ma iniziamo a chiamarla tv di quartiere...- apparso ieri sull'Unità e già inclusa da luca in www.tmowatch.splinder.com. 

25 giugno 2005 - Nino Gernone
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«La Tv degli studenti sfida il monopolio»

Giovedì  23 giugno 2005 alla facoltà di Lettere dell’università Roma Tre è nata “UniversyTv”, il primo canale televisivo ideato e realizzato da studenti universitari. Trasmette sul canale 71 del quartiere Ostiense (ogni lunedì, mercoledì e venerdì dalle 10 alle 13 e in replica delle 16 alle 19), dal prossimo settembre andrà sul canale satellitare Nessuno Tv. Il progetto si ispira alla realtà delle telestreet e alla necessità di esplorare nuovi generi di comunicazione televisiva e tecnologie multimediali. UniversyTv può contare su oltre 200 redattori tra studenti e docenti, divisi in 7 redazioni tematiche ( Arte, Arti Performative,Cinema, Eventi territorio, Informazione,Musica, Teatro). L’idea è nata un anno e mezzo fa, gennaio 2004, durante un convegno su “Telestreet e audience” all’università (ricordate? quando un Freccero inizialmente scettico sulle telestreet definì TMO “una tv parzialmente locale e parzialmente situazionista”). Un progetto ambizioso, nato dalla collaborazione tra personaggi come Carlo Freccero, Gianpiero Gamaleri, Alessandro Denti e il Presidente della facoltà di Lettere e Filosofia, Vito Michele Abrusci e il presidente del Dams, Arturo Mazzarella.

Parla Carlo Freccero, docente a Roma Tre e tra gli ideatori di “UniversyTv”, la telestreet universitaria


DA IERI C’È UNA NUOVA TELEVISIONE. Ma attenzione, sbaglierebbe chi pensasse ad un’emittente con le stesse logiche delle reti televisive a disposizione dello spettatore. No, la «UniversyTv» di Roma Tre è il primo canale ideato e realizzato da studenti universitari.


PROPRIO A FRECCERO (che a Roma Tre è anche Docente di Linguaggi della Televisione generalista), che di televisione ne ha fatta tanta, si deve molta della parte ideativa di UniversyTv. Ed è suo un manifesto che esordisce con l’affermazione: «Tutti vogliono fare televisione: meglio farla da autori che da comparse del Grande Fratello» e che scandisce alcuni concetti centrali (una televisione senza mezzi obbliga alla sperimentazione, in televisione la pratica prevale sulla televisione, per esempio).



[INTERVISTA]

Freccero, quando e come è nata l’idea della UniversyTv?


Da alcune domande degli studenti, che si chiedevano il funzionamento dell’audience che omologa tutto, ragionavano sulla dittatura della maggioranza. Ormai un anno e mezzo fa abbiamo fatto il convegno “Tele Street e audience”, da cui è nata l’idea di fare questa televisione. Poi c’è stato un lungo lavoro di mediazione con le istituzioni universitarie, con Mazzarella, Abrusci, Gamaleri. La prima cosa che si è fatta per far capire ai professori la bontà e l’efficacia dell’esperienza è stato filmare quanto accadeva dentro l’università.


Ci sono delle idee centrali intorno alle quali è organizzata la televisione?


Gli studenti si muovono intorno a una vasta gamma di esperienze e interessi diversi, che vanno dalla controinformazione all’arte. Dietro, c’è anche una riflessione sul mezzo. Il problema grosso è andare contro la Tv omologata, con una comunicazione diversa, fatta con poco. Io sono contro il fatto che la comunicazione sia propria solo di alcune Facoltà, ma penso che tutte debbano farla, anche quelle di Ingegneria. I ragazzi hanno la capacità di decodificare la televisione, ma poi tutti vorrebbero farla, crearla, produrla. Questa Tv proverà a mettere in pratica questo desiderio. Quest’esperienza è un modo per scontrarsi con i principi di realtà. Come poi è successo con molti esperimenti, da Radio Alice alle tv private.


Questa televisione rimarrà un’esperienza personale, o lei pensa già a riprodurla?


Io penso a una rete di più televisioni universitarie. Vengo da Canale 5 che è nata col “pizzone”, ovvero cassette pre-registrate che permettevano di trasmettere lo stesso programma su tutto il territorio nazionale. Si potrebbe pensare a un “pizzone” anche per le televisioni universitarie, dando vita a un palinsesto unico. Così queste piccole Telestreet che sono una minoranza potrebbero avere molto più spazio. Tra l’altro la telecamera sul territorio – penso per esempio al caso del G8 – permette di svelare le falsificazioni della maggioranza, ovvero delle televisioni omologate. E siccome la Tv è prassi, le Tv di strada che sono fuori dal mercato sono molto creative.

Ci può dire qualcosa sul palinsesto?


Anche se iniziamo le trasmissioni da subito, in realtà il vero e proprio palinsesto partirà con l’inizio del prossimo anno accademico. Questa è un’occasione, visto che saremo in piena campagna elettorale. E così sarà un palinsesto che sarà modellato dalla campagna elettorale e che dovrà fare i conti con la tv genera.




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Tra i promotori Carlo Freccero, Gianpiero Gamaleri e Vito Zagarrio, docenti del Dams che hanno affiancato il gruppo di studenti protagonisti del progetto.

26 giugno 2005 - webm@ster

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