Memorie per la storia de' nostri tempi... (Giacomo Margotti) Testo integrale - Oltre settecento pagine di un libro da conoscere! |
Memorie per la storia de' nostri tempi dal Congresso di Parigi nel 1856 ai primi giorni del 1863 di Giacomo Margotti Consigliamo agli amici e ai naviganti di prestare la dovuta attenzione al testo di Giacomo Margotti, di cui andiamo pubblicando alcune parti e che meriterebbe di esssere conosciuto nella sua interezza, in quanto - secondo il nostro modesto parere - esso costituisce, insieme al De Sivo, un vero e proprio pilastro per una rilettura del Risorgimento. Tra le pagine del Margotti si riconosce, a volte in maniera impressionante, l'Italia dei nostri giorni: arruffonna, dominata dalle finanziarie e dai furbi di turno. Vi si ritrovano tutti i mali di cui si sparla da tempo vanamente, mali che vengono ipocritamente messi in relazione con una presunta borbonizzazione dell'Italia:
Cos� � nata l'Italia [ovviamente vi invitiamo a leggere la stesura definitiva dell'ultima fatica di Nicola Zitara che ben descrive, dal punto di vista economico-finanziario, la nascita dell'Italia e l'origine del disastro meridionale], che vogliate crederci o meno si tratta della sacrosanta verit�. Questo non vuol dire che abbiamo portato il cervello all'ammasso e che vogliano sostituire le statue di Peppino Garibaldi con quelle dei re Borbone (*). Semplicemente vogliamo, lo pretendiamo, che certe verit� vengano a galla e che la si smetta di utilizzare il termine "meridionale" come sinonimo di incapace, fannullone, delinquente, mafioso e chi pi� ne ha pi� ne metta. |
Il tesoro del regno d'Italia vive a forza di tratte su Parigi, anche a langa scadenza e talvolta per somme piccolissime. Cosi governava l'ex-ministro Sella, e cos� governa il ministro Minghetti. La Gazzetta Ufficiato e l'Opinione negarono,ma il Diritto del 24 di febbraio pubblica una di queste cambiali che sta nelle mani d'un banchiere di Milano. Ecco il preziosissimo documento nella sua vera forma. >> Giacomo Margotti - Tre articoli tratti da "Memorie per la storia de' nostri tempi... "
Questa terza serie delle Memorie per la Storia de' nostri tempi � destinata a raccogliere i documenti relativi alla nascita del Regno d'Italia. Riservando i giudizii allo storico libero ed imparziale, ci restringeremo a ristampare ci� che abbiamo scritto di mano in mano che avvenivano i fatti principali, e fu da noi pubblicato in Torino, quando avvenivano. Ci conviene per� mandare innanzi qualche notizia cronologica che serva di guida al lettore. >> Giacomo Margotti - Quattro articoli tratti da "Memorie per la storia de' nostri tempi... "
In questi giorni vediamo un eloquente contrasto, n Governo clericale del Papa, spogliato di quasi tutte le sue rendite, avverte i proprii creditori che si presentino a riscuotere gli interessi delle loro cedole, giacch� � pronto a pagarli. E in pari tempo in Torino, in questa capitale del regno d'Italia, alcuni nostri amici si presentano per riscuotere il trimestre delle loro pensioni maturato col primo di aprite, e sentonsi rispondere dal Governo italianissimo: Passate un'altra volta, non vi sono danari. E questa risposta si da pure in Lombardia ai pubblici uffiziali, come ci annunzio il giornate intitolato: II Regno d'Italia e che ben conosce le finanze italianissime. >> Giacomo Margotti - 1861 - Articolo tratto da "Memorie per la storia de' nostri tempi... "
La Camera dei Deputati si � dato vacanza. Un gran numero di Deputati per� gi� da lungo tempo pigliato le sue vacanze, giacch� di 443 Deputati quasi una met� non si curava guari dei lavori della Camera ; e le ultime due votazioni del 13 di luglio furono fatte l'una da 232 votanti, e l'altra da 212. La qual cosa dimostra, se non altro, quanta importanza annettano i nostri onorevoli al loro mandato di rappresentanti del popolo italiano. >> Giacomo Margotti - 1861 - Articolo tratto da "Memorie per la storia de' nostri tempi... "
L'Armonia in diversi tempi ha gi� provato come il nostro Ministero di grazia e giustizia, che pretende di rivedere i decreti detta S. Sede, sotto una dispensa di et� per un diacono della diocesi di Vercelli che dovea essere ordinato Sacerdote, scrivesse: Vi$to, si accorda l'exequatur, perch� N. N. possa pigliar moglie! Ministro di grazia e giustizia era allora il sig. Deferesta, oggid� ragalato ai Bolognesi. >> Giacomo Margotti - 1861 - Articolo tratto da "Memorie per la storia de' nostri tempi... "
Il ministro Cordova nella tornata del 1� di luglio, in cui ci fece la rivelazione del bambino di otto anni, segretario generale dell'istruzione pubblica, ce ne fece pure parecchie altre egualmente lepide, e di cui ai giover� certamente lo storico futuro dei tempi presenti. Eccone alcune: >> Giacomo Margotti - 1861 - Articolo tratto da "Memorie per la storia de' nostri tempi... "
I giornali pubblicano nuovi documenti del conte di Cavour messi in luce dal signor Nicomede Bianchi. Ne leviamo queste cinque lettere, che meritano, di venir conservate per la storia. Esse sono dirette al Conte di Persano. >> Giacomo Margotti - 1863 - Articolo tratto da "Memorie per la storia de' nostri tempi... "
Nel Congresso di Parigi del 1856, addi 8 di aprile, il conte Walewski, ministro degli affari esteri dell'Impero francese, e presidente dei Congresso, manifestava il desiderio che i plenipotenziari, prima di separarsi, scambiassero le loro idee sa diversi punti che richiedono una adozione, e dei quali potrebbe essere utile l'occuparsi affine di prevenire nuove complicazioni �. E proponeva di fare certe dichiarazioni �sempre e unicamente collo scopo di assicurare per l'avvenire il riposo del mondo� >> Giacomo Margotti - 1863 - Articolo tratto da "Memorie per la storia de' nostri tempi... "
II Brigantaggio nel Regno di Napoli nato dopo la rivoluzione, non ancora estinto � un argomento su cui si fermer� lo storico dei nostri tempi. Registriamone qualche memoria. >> Giacomo Margotti - 1863 - Articoli vari tratti da "Memorie per la storia de' nostri tempi... "
Si avvicinano i giorni, in cui soglionsi regalare le strenue ai bimbi, e i nostri Ministri e i nostri onorevoli Deputati ne preparano per le feste natalizie e pel capo d'anno una ricca e solenne ai neonato regno d'Italia. Ohi gli italianissimi non seno come quell'avaro di Rennes. >> Giacomo Margotti - 21/12/1861
(*) Un amico ci ha bacchettato per questa frase, sostenendo che dovremmo essere riconoscenti ai Borbone per tutto quanto hanno fatto nel Sud e ci ha fatto una lunga lista delle realizzazioni dell'epoca borbonica, lista che peraltro conoscevamo benissimo. Noi siamo consapevoli che un "movimento di liberazione" da una oppressione per forza di cose debba partire dall'attacco ai simboli di tale oppressione - e il Sud ne � pieno, proprio ieri un amico ci telefonava da Molfetta per dirci di aver notato che la Villa Comunale � dedicata al Garibaldi - e questa probabilmente sar� la strada che verr� seguita, alcuni episodi, come quello di Capo d'Orlando ed altri, lo testimoniano. Noi, per� - lo abbiamo esplicitamente dichiarato - non siamo e non vogliamo essere un movimento politico, quindi fin d'ora poniamo questioni di principio. Siamo e saremo sempre contrari a qualsiasi mitologia. Le mitologie ci fanno paura perch� producono mostri e pulizie etniche. Inoltre, se i Borbone si fecero spazzare via dalla storia da una masnada di avventurieri forse qualche errore lo commisero. O fu solo sfortuna e macchinazione politica massonica? Questa � una tesi che non ci convince. Per noi il tracollo, per alcuni versi inspiegabile del regno borbonico, di fronte alla masnada garibadina, lo dimostra. Al Sud vi erano tante spinte al cambiamento che Garibaldi, dopo le scramucce siciliane, giunse a Napoli senza colpo ferire. Questo dimostra che la vitalit� economica del regno aveva generato una classe media che necessitava di una nuova struttura politica, pi� dinamica di quella esistente all'arrivo del "liberatore". L'illusione garibaldina contagi� tanti, Crocco compreso, e quando molti si svegliarono da tali illusioni la classe dirigente sabauda e i loro accoliti meridionali avevano ben piazzato le loro trappole diplomatiche per farsi riconoscere dagli stati europei. Questo decret� la fine della nostra indipendenza. La guerra civile che segu� gener� il disastro economico da cui non ci siamo mai pi� risollevati. Perc� rinnoviamo pure la toponomastica, senza scadere, per�, in nuovi pericolosi fondamentalismi etnici! |
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